Di
Fabio “Nabokov” Volino & Carlo “Dostojevsky” Monni
C’era una volta un uomo che aveva un sogno, ma i sogni di un uomo possono essere gli incubi di altri e non è facile per il sognatore accorgersi della differenza. Il crollo del cosiddetto regime comunista sovietico, prima, e dello stesso stato sovietico, poi, privò alcuni uomini dei loro sogni e ne dette ad altri di nuovi. Il nostro uomo, ad esempio, sognava di restaurare l’Unione Sovietica alla sua antica gloria. Per questo strinse segrete alleanze, complottò contro lo stesso governo a cui aveva giurato fedeltà ed infine, scoperto, si dette alla clandestinità.
In seguito quello stesso uomo si trovò a dubitare di sé stesso, a dubitare dei suoi ideali e dei mezzi con cui voleva raggiungerli. Insolito per un uomo che fino ad allora era stato deciso e spietato nel perseguire i suoi obiettivi. Quando un uomo simile raggiunge il punto di rottura, chi può dire cosa accadrà a lui ed a quelli che gli stanno intorno?
Oggi, Valentin Shatalov, la Dinamo Cremisi, sarà costretto a scoprirlo.
Mosca. Quartier Generale del Servizio di Sicurezza Federale. Due ore fa.
Il Colonnello Alexei Mikhailovitch Vazhin, Direttore del F.S.B. acronimo di Federal'naya Sluzhba Bezopasnosti, ovvero il Servizio di Sicurezza Federale, uno degli organismi che nella Federazione Russa hanno preso il posto del disciolto K.G.B. (e nel suo caso anche la sede, il famigerato Palazzo della Lubjanka), accoglie nel suo ufficio un visitatore d’ eccezione: il supereroe, membro della Guardia d’ Inverno, Vanguard.
“Buon pomeriggio, Vanguard” lo saluta “Ho fatto stampare le informazioni che mi hai richiesto. Teoricamente è un dossier riservato, ma ormai sono in molti a conoscere la storia. Puoi leggerlo qui, se vuoi, o posso fartene un riassunto io, conosco la storia a memoria”.
Vanguard dà una rapida scorsa al dossier ed esclama:“Boshe moi! Il marito di Nadia Dornova, Emil Blonsky, è vivo e non è altri che il mostro chiamato Abominio, non l’avrei mai creduto”.
“Nadia non l’ha mai saputo. Crede sempre che suo marito sia caduto nell’adempimento del dovere nel corso di una missione, il che non è poi molto lontano dal vero, perché Emil Blonsky, quello che lei conosceva, almeno, non esiste più, ormai”.
“Ma com’è possibile? L’Abominio è abbastanza noto e così buona parte della sua storia”.
“Ma quanti credi che sappiano il suo vero nome? Il Dottor Bruce Banner, ovvero l’Incredibile Hulk, ma non è il tipo da rilasciare conferenze stampa sulle sue avventure, e forse anche qualche altro supereroe con cui si è scontrato e qualche pezzo grosso delle Forze Armate o dei Servizi segreti. Quanto al grande pubblico, ne ha sentito parlare solo come Abominio”.
“Ma cosa accadde veramente a Blonsky?”.
Vazhin si appoggia allo schienale della poltrona e comincia a raccontare. “Era in missione di spionaggio nella base in cui aveva lavorato Banner. All’epoca si sapeva da poco che Banner era Hulk e Blonsky scoprì l’ultimo marchingegno a cui questi aveva lavorato, una macchina che irradiava radiazioni gamma controllate, qualunque cosa potesse significare; in pratica una versione più moderna di quella che un tempo gli permetteva di cambiare a piacimento da Banner a Hulk, anche se non risolveva i suoi problemi psicologici. Ma sto divagando, torniamo al punto principale: Blonsky ebbe la malaugurata idea di sottoporsi alle radiazioni della macchina e ne assorbì una dose maggiore di quella che aveva investito Banner a suo tempo, divenne così una creatura più grande e più forte di Hulk stesso. Dicono che le radiazioni gamma fanno uscire allo scoperto il tuo vero io. Forse fu per questo o forse fu solo intossicazione dal potere, ma Abominio si scatenò dimostrandosi più pericoloso di quanto Hulk potesse mai essere e, soprattutto, molto più malvagio. Fu uno dei pochi a potersi vantare di avere sconfitto Hulk in un combattimento a mani nude, e stiamo parlando della versione più famosa e potente di Hulk, quella che più si arrabbia, più forte diventa. Per fortuna di tutti, se la forza di Hulk non era abbastanza per fermarlo, l’intelletto del Dott. Banner lo era. Grazie ai suoi macchinari riuscì a diminuire il livello di potere di Abominio ma se fosse in grado di batterlo come Hulk non fu mai chiarito, perché Abominio fu improvvisamente rapito e portato nello spazio da una misteriosa forza esterna mai identificata con certezza. Riuscì a tornare, per essere sconfitto da Silver Surfer ed essere rispedito indietro, ma la sua minaccia non era finita. Tornò più e più volte a minacciare la vita di Hulk, ma senza successo. In uno dei loro ultimi scontri rimase sfigurato a causa di rifiuti tossici in cui Hulk l’aveva immerso. Da allora non si è più saputo nulla di lui per molto tempo. Si vociferava che si fosse unito ad una comunità di senzatetto che si dice vivano sotto le fogne di New York, ma non si sono mai avute prove sicure. Alla fine, si rifece vivo per avvelenare col suo sangue radioattivo Betty Ross Banner e, dopo che quest’ ultima morì, Hulk ed il Generale Thaddeus Ross, padre della ragazza, gli diedero la caccia, però alla fine decisero per qualche misterioso motivo di lasciarlo fuggire. Poco più tardi Abominio fu catturato dalle Forze Armate americane e portato in una segretissima prigione sotto il deserto del Nevada. Qui rimase finché non fu liberato accidentalmente dall’avventuriero in armatura che si fa chiamare War Machine e da lì in avanti non ne sappiamo più nulla. Informazioni più dettagliate le trovi nel dossier. Mi raccomando, trattalo con cura”.
Uscendo dalla Lubjanka, Vanguard si chiede cosa fare adesso. Quando aveva provato ad indagare sul marito scomparso di Nadia Dornova, non immaginava nemmeno lontanamente cosa avrebbe trovato. Ed ora, cosa deve fare? Nadia avrebbe il diritto di saperlo, ma è davvero il caso di riaprire le sue ferite rivelandole che l’uomo che amava si è mutato in un mostro ed uno spietato assassino? Vanguard non può negare che il suo interesse per Nadia sia più che professionale, ha pensato spesso a lei, dopo averla conosciuta durante quella disgraziata faccenda al Teatro Bolshoi, ma adesso si sente confuso e non sa davvero cosa fare, deve pensarci bene.
Mikhail Ursus ha atteso finché Laynia Petrovna non ha terminato di fare la doccia dopo una sessione d’allenamento. Ha una cosa da dirle e spera di avere abbastanza coraggio per farlo, un coraggio molto diverso da quello che serve per combattere un nemico in battaglia. Ma… eccola… deve farlo ora!
“Laynia posso… posso parlarti un attimo?”.
La ragazza si ferma e risponde sorridendo:“Ma certo Misha, cosa vuoi dirmi?”.
Avanti, pensa Mikhail, parla ora o non ce la farai più:“Beh, Laynia… ecco… io… credo… cioè, sono… innamorato di te”.
Ecco, l’ha detto ed ora spera che lei non si metta a ridere. Ma Laynia non ride, dopo un attimo di sconcerto sorride e sta per dire qualcosa, quando… il suo volto si contorce in un’espressione d’ ira. “Razza d’idiota! Pensi davvero che mi metterei con un bestione come te? Sparisci e non provare a parlarmi mai più di queste stupidaggini”.
“Ma Laynia, io…” balbetta il sorpreso Mikhail.
“Oh, sta zitto!" ribatte lei e gli volge le spalle, incamminandosi per il corridoio.
Ha osservato con molta soddisfazione il comportamento di Stella Nera. Ora sa di poterla controllare e presto, molto presto, farà la sua mossa finale, ma prima occorre un piccolo esperimento.
Katrina Bulikova si rivolge ai Guardiani con tono serio:“Immagino che tutti voi ricordiate bene la Dinamo Cremisi. Igor Antonovitch Vanko era stato prescelto per indossare quell’armatura al posto del traditore Valentin Shatalov ed unirsi al supergruppo O.N.U. chiamato WorldWatch, ma da alcuni mesi è scomparso. Ebbene, ci è stato riferito che è stato visto proprio qui a Mosca, la vostra missione è ritrovarlo e portarlo qui”.
“Ma perchè?” chiede perplessa Stella Nera “Non mi risulta abbia commesso crimini ed era un volontario”.
“Ma la sua armatura appartiene allo Stato” replica Katrina “Comunque sia, chiariremo la cosa con lui quando sarà qui. Altre domande?”.
Non ci sono ed il gruppo si allontana, ma se Katrina pensa che sia tutto risolto, si sbaglia, come capirebbe se potesse ascoltare i loro discorsi mentre salgono sul loro jet.
“Dite che vogliono arruolarlo nel gruppo?” chiede Tigre Siberiana “Io dico che non ne abbiamo affatto bisogno. Ad essere onesti spero in una bella rissa con lui: i miei artigli contro la sua armatura”.
“Perderesti” replica Airstrike “La sua armatura è un vero gioiello. Lo so bene, io l’ho indossata”.
Dimitri Bukharin è perplesso, non sa se vuole la Dinamo Cremisi nel gruppo. Era lui la Dinamo Cremisi un tempo e Shatalov l’ha ingannato portandogliela via. L’armatura di tipo Airstrike è notevole, ma in qualche modo lui si è sempre sentito di seconda categoria da quando l’ha avuta. Un pensiero sciocco, ne è certo. La gelosia è un sentimento indegno di lui.
Poco lontano, Stella Nera e Ursa Major evitano di guardarsi e parlarsi, ognuno perso in pensieri del tutto personali.
Ufficio di Katrina Bulikova. Mezz’ora fa.
Il Maggiore Ekaterina Alexandrovna Bulikova, Katrina, come preferisce essere chiamata, siede pensierosa. Forse accettare quest’ incarico di agente di collegamento tra il Governo e la Guardia d’Inverno non è stata una buona idea. Ci sono sempre troppe cose da considerare, segreti da mantenere e non è un’ idea che le piaccia.
“Mi scusi, Maggiore Bulikova”. Ad interrompere i suoi pensieri è stato il suo assistente, appena entrato.
“Che cosa c’è?” chiede Katrina.
“È su tutti i canali televisivi. Si stanno verificando strani fenomeni in Ucraina, proprio nella zona in cui sono scomparsi il Guardiano d’Acciaio ed i suoi compagni qualche tempo fa. Ci è appena arrivato un rapporto dell’ S.V.R.. Si tratta proprio dello stesso tipo di fenomeno”.
Katrina balza dalla sedia. Possibile che dopo tanto tempo ci sia un indizio sui Guardiani scomparsi? O forse c’è di peggio dietro? Deve far tornare indietro gli altri guardiani o… No! Inutile allarmarli, meglio che prima controlli lei stessa.
“Mi faccia preparare immediatamente un aereo per un volo speciale in Ucraina, Fyodor Ivanovitch, e contatti il Governo Ucraino per le necessarie autorizzazioni. Avverta anche il Colonnello Vazhin ed il Direttore del S.V.R. Andrò personalmente ad indagare e riferirò al mio ritorno”.
Finalmente un’occasione per tornare sul campo e non fare semplicemente il burocrate. Katrina è eccitata, forse troppo per preoccuparsi della saggezza della sua decisione e questo potrebbe essere un errore grave.
Periferia di Mosca. Ora.
È accaduto tutto in pochi minuti. La Guardia d’Inverno era intervenuta per fermare tre dei componenti del gruppo chiamato Remont 4, per la precisione: Titanium, l’ Unicorno e Volpe di Fuoco, che stavano assalendo un uomo che corrispondeva alla descrizione di Igor Vanko, quando i poteri di Stella Nera sono improvvisamente impazziti ed hanno abbattuto i suoi stessi compagni di squadra, poi la stessa Stella Nera ha avuto un collasso ed è caduta a terra svenuta. Gli avversari della Guardia osservano soddisfatti i loro nemici caduti, poi si rendono conto che il loro bersaglio è scappato.
“Dove è andato a finire quel traditore di Shatalov?” chiede Titanium.
“Sono qui” risponde una voce alle sue spalle.
Quando Titanium ed i suoi compari si voltano, vedono dinanzi a loro la Dinamo Cremisi, Shatalov è corso nel suo vicino appartamento, ha indossato l’armatura che teneva nascosta ed è ritornato sul luogo dello scontro. Non sa nemmeno lui bene il perché, forse ha capito che ormai gli darebbero la caccia ovunque ed allora tanto vale affrontarli ad armi pari e finirla una volta per tutte. In un modo o nell’altro, la sua fuga termina qui.
Da qualche altra parte.
L’uomo ha osservato l’intera scena grazie al collegamento mentale che ha con i Remont 4 e che gli permette di vedere quello che vedono loro. Di questo deve ringraziare uno strano elmetto ed i poteri della donna legata ad una speciale sedia e con indosso un elmetto simile al suo.
“Le cose hanno preso una piega non prevista, ma non stanno andando male” commenta l’uomo "Non è vero, cara Elena?”.
La donna di nome Elena Ivanova non risponde subito, i suoi occhi dimostrano chiaramente il suo disprezzo per il suo carceriere, ma a quest’ ultimo non importa. La donna è solo uno dei tanti mezzi che sta usando per raggiungere i suoi fini. Elena Ivanova era stata un agente del K.G.B. ed anche un’ Esper di primo livello, peccato che fosse consumata da pensieri di vendetta nei confronti del mutante Sabretooth, assassino di sua madre. Per raggiungere il suo scopo si era alleata anche con l’ agente tedesco Maverick, ma come risultato della sua avventura era finita in coma e solo da poco si era ripresa. Per il suo carceriere era stato facile venire a conoscenza del fatto e provvedere a farla portare in un luogo sicuro, dopotutto, il Generale Yuri Sergeievitch Stalyenko è una persona importante, il Vice Direttore del G.R.U. e non è facile dirgli di no. Stalyenko si è dato molto da fare in questi anni, è arrivato ad essere il numero due del Servizio Segreto Militare, ma non gli basta, vuole di più ed è disposto a tutto per raggiungerlo. Per questo motivo ha organizzato operazioni al limite, per non dire oltre il limite, della legalità, come quando si alleò con l’ agente della C.I.A. Bixby per tentare di rubare i segreti degli Inumani, operazione il cui fallimento e gli è costato un braccio e quasi la vita. Non gli è costata la carriera, però, perché la gente come lui è troppo utile e si può chiudere un occhio su certe voci sul suo conto, come quella che non disdegna di fare affari col Crimine Organizzato, cosa peraltro vera. Sì, come abbiamo detto, Stalyenko ha già tutto quello che un uomo potrebbe desiderare: ricchezza e potere, ma ad un uomo come lui questo non basta e così ha cominciato un gioco molto pericoloso la cui posta in gioco è il potere assoluto. Chissà, si chiede, se i Remont 4 e quegli altri stupidi dei Bogatyri si rendono conto di essere solo delle utili marionette, proprio come lo è la bella, ma troppo ingenua, Yelena Belova, la sua piccola Vedova Nera? Colei che inconsapevolmente più di ogni altro gli ha fornito le informazioni necessarie per il concepimento del suo obiettivo finale. Quella ragazza non ha mai sospettato la sua vera natura e sarebbe la prima a denunciarlo se la scoprisse. Beh, tra poco potrebbe non importare più, purché tutto vada secondo i piani, ma anche in caso contrario… lui ha sempre più di un asso nella manica. Ancora una volta il corrotto funzionario si concede un sorriso maligno.
Periferia di Mosca.
Titanium Man si rivolge al suo vecchio compagno:“Dunque, Compagno Valentin, o preferisci che ti chiami Igor Vanko, sei tornato per unirti a noi? Bada che una risposta negativa ci costringerà a trattarti come quei buffoni della Guardia”.
La Dinamo Cremisi tace, un silenzio che per i presenti sembra molto pesante, poi, ecco che un nuovo elemento s’introduce nel quadro. Il suo nome è Anastasia Vassilievna Borozova ed uno come Bullsky la liquiderebbe come una stupida donnetta del popolo, buona al massimo per divertirsi un po’. Non molto tempo fa anche Valentin Shatalov l’ avrebbe pensata così, ma ha frequentato quella ragazza molto spesso ultimamente, lavorando nella bottega di suo padre, ed ha imparato ad apprezzarla. Forse non ne è proprio innamorato, ma nutre certamente dell’ affetto per lei. Ora, però, si domanda: che cosa ci fa qui? Sarebbe sorpreso di sapere che la ragazza aveva deciso di venire a cercarlo per parlargli proprio di un futuro per loro due ed è giunta proprio in tempo per sentire le parole di Titanium.
“Igor Antonovitch!” esclama “Sei proprio tu? Tu sei la Dinamo Cremisi? Ma come, perché? Cosa sta succedendo qui?”.
Volpe di Fuoco fa una smorfia e le punta contro la sua arma, facendo fuoco. La ragazza urla cadendo a terra. La Dinamo Cremisi si muove verso di lei. Grazie al cielo, respira.
“Stava diventando una seccatura” commenta Volpe di fuoco ed è la cosa sbagliata da dire.
La Dinamo lo fissa con ostilità. “Se volevi farmi arrabbiare, ci sei riuscito” ribatte.
Colpisce Volpe di Fuoco con ogni oncia di energia e lo sbatte contro una parete, così forte da farlo svenire, poi si trova di fronte l’Unicorno. Il raggio di energia di quest’ultimo lo sbilancia, ma la Dinamo si riprende e spara una scarica di energia ad alto voltaggio. Per qualche minuto i due contendenti sembrano in stallo, poi è l’Unicorno a cedere per primo.
“Hai fatto la scelta sbagliata, Shatalov” gli dice Titanium "La mia armatura è più forte della tua e ti spezzerò come un fuscello”.
“L’hai detto anche ad Iron Man, Bullsky, e ti ha sempre sconfitto” replica la Dinamo, cercando di mostrarsi spavaldo, ma in realtà è consapevole che la sua forza e le sue armi possono non bastare contro la potenza di Boris Bullsky. Il destino capriccioso ha, però, deciso di dargli una mano.
“Forse lui non può farcela da solo” dice una voce improvvisa “Ma che ne dici di noi?”.
La Guardia d’Inverno si è ripresa ed è di nuovo pronta a combattere.
Un altro luogo.
Il misterioso essere non voleva certo perdersi il divertimento di un probabile massacro: molto borghese da parte sua, in effetti, ma anche uno come lui deve pur divertirsi. Dunque ha fatto sì che i colpi di Stella Nera non fossero intensi, cosicché dessero il tempo alla Dinamo Cremisi di gettarsi nella mischia: una pedina in più da torturare male non può fare. Poi l’essere osserva Katrina Bulikova mentre arriva sul luogo della recente sparizione di alcuni membri della Guardia d’Inverno ed è testimone di strani fenomeni nell’aria, fenomeni naturalmente causati da lui. Perfetto, pensa l’essere, la mia prima preda sta per cadere nella rete.
Periferia di Mosca.
Il destino (chiamiamolo così) ha voluto che la Guardia d’Inverno si riprendesse proprio al momento opportuno. Gli eroi sono confusi: è chiaro che c’è qualcosa che non va con Stella Nera, ma non sembra il momento di pensarci, non adesso che bisogna occuparsi dei Remont 4.
“Allora…” dice Vanguard “Cosa mi dici adesso, Titanium?”.
“Muori!” è la sola risposta del gigante verde, mentre spara uno dei suoi micidiali colpi, ma Vanguard non si fa prendere di sorpresa, blocca la raffica coi suoi bastoni energetici (con tanto di aggiunta di poteri mutanti, alè) e la rimanda al mittente, che si ritrova sbattuto a terra dalla violenza del suo stesso colpo.
“Ti sei abbattuto da solo, Titanium” commenta, sorridendo, Vanguard.
Poco distante, Volpe di Fuoco e Tigre Siberiana si confrontano. Potrebbe sembrare un match impari: agilità, artigli ed abilità nelle arti marziali contro un vero e proprio esercito ambulante, eppure il risultato non è affatto scontato, dopotutto un’arma è efficace solo se riesce a colpire il suo bersaglio e Tigre Siberiana è un bersaglio davvero difficile da colpire. Il suo primo impegno è far sì che Volpe di fuoco non danneggi né i suoi compagni della Guardia, né eventuali innocenti e riesce a farcela distraendo il suo avversario, spingendolo ad impegnarsi solo con lui. Evitare i colpi sparati dal cyborg è facile, non importa quanto siano perfetti i suoi sistemi di mira, Tigre è più veloce. È ben consapevole, però, che basterà un solo errore e sarà la sua fine. Deve prendere l’iniziativa. Salta addosso al nemico, ma questi blocca il suo polso destro in una morsa d’ acciaio. Non importa, gli è arrivato abbastanza vicino da riuscire a sferrargli un calcio al mento. Volpe di Fuoco cade all’indietro e Tigre non gli da tregua: un colpo, un altro, l’importante è che il suo nemico non riprenda fiato, ed alla fine, il cyborg cade, abbattuto.
“Il punto è mio, stavolta, Grigori Andreivitch” commenta Tigre, soddisfatto e preoccupandosi di specificare inutilmente il patronimico.
In passato Titanium ha dato del filo da torcere ad Iron Man, ma l’ eroe americano è sempre riuscito a prevalere, ora Titanium ha di fronte ben due avversari in armatura ed Ursa Major. Non è particolarmente preoccupato di quest’ ultimo, ma Airstrike e Dinamo Cremisi possono creargli dei seri fastidi, anche se singolarmente sono meno potenti di lui. Per sua fortuna non lo stanno attaccando in maniera coordinata e per giunta Airstrike sembra trattenersi dall’ usare il suo pieno potenziale. Sa bene che questa è un’area abitata e che chiunque si trovi a distanza ravvicinata dal luogo dello scontro sarebbe in serio pericolo fisico, in un inferno di raggi laser, colpi d’energia e pura forza fisica.
Per Airstrike la battaglia è il modo di dimostrare che è sempre all’altezza, anzi è migliore della Dinamo Cremisi; per Valentin Shatalov è un modo per sfogare la sua furia e non porsi domande imbarazzanti su sé stesso. Insieme i due stanno mettendo Titanium alle corde, ma l’avversario resiste. Airstrike pensa che forse potrebbe sconfiggerlo usando i missili, ma non può farlo, non in un’area popolata. A quanto pare, sarà tutta questione di chi rimarrà per primo a corto di energie sufficienti per combattere. Mentre pensa queste cose, continua a colpire Titanium e riesce a malapena ad evitare i suoi colpi. Quanti ne può sopportare ancora?
Dal canto suo Boris Bullsky si chiede la stessa cosa. È sicuro che la sua armatura sia migliore di quella di Bukharin, ma qual è il suo punto di rottura? Nell’area in cui si trovano non ha abbastanza manovrabilità, purtroppo. Deve contrattaccare o gli conviene scappare?
Vanguard e Stella Nera: due gemelli che un fato maligno ha diviso sino a pochi anni fa. Sono mutanti, entrambi con poteri di manipolazione energetica. Vanguard può assorbire l’energia e respingerla verso chi gliel’ha inviata, un potere molto efficace contro un avversario come l’Unicorno; Stella Nera dal canto suo padroneggia una misteriosa fonte d’energia conosciuta come Forza Oscura. Peccato che ultimamente quest’energia sembri sempre più incontrollabile.
“Mi sono stancata di questi giochetti!” esclama improvvisamente Laynia e subito avvolge l’Unicorno in spire di forza oscura, che, in breve tempo, lo coprono completamente e quando, poco dopo, si dissolvono, dell’ Unicorno non vi è più traccia.
Le labbra di Stella Nera si deformano in un sorriso di sadica soddisfazione, del tutto fuori luogo sul suo bel viso, mentre dice:“Eccolo sistemato, non ci darà più noia!”.
I suoi compagni la guardano letteralmente terrorizzati. Cosa le sta succedendo? Vanguard è senza parole, mentre Airstrike, si ritrova a pensare che il colonnello Vazhin aveva ragione a metterlo in guardia sui poteri di Stella Nera, ma forse è troppo tardi.
La distrazione degli eroi permette a Titanium di prendere una decisione e, senza perdere tempo, Bullsky si alza in volo, nella speranza di fuggire. Airstrike però se ne accorge e lo colpisce alle spalle con un minimissile: in aria non crea danni alle abitazioni. E rallentando poi la sua caduta, di danni non ne crea proprio nessuno alla fine.
Un altro luogo.
Il misterioso essere che ormai abbiamo imparato a conoscere è ancora una volta soddisfatto, ormai l’anima ed il potere di Stella Nera sono quasi del tutto suoi, deve solo scegliere quando colpire. Ora, però, è il caso di dedicarsi a quell’altra mortale, Katrina Bulikova.
Periferia di Mosca.
La battaglia è finita, l’arrivo delle forze di polizia e delle ambulanze ha permesso di portar via Volpe di Fuoco, Titanium e la ragazza ferita, ma non è ancora finita.
Apparentemente per nulla turbata da quanto è successo, Stella Nera si rivolge alla Dinamo Cremisi:“Abbiamo compiuto la nostra missione: ora tu verrai con noi e senza fare storie, mi sono spiegata?”.
“Perfettamente, Stella Nera” replica Valentin Shatalov.
Non ha alcuna voglia di seguirla, ma non può nemmeno provare a fuggire, non adesso, gli sarebbero subito addosso. Ormai la sua copertura è saltata, può solo sperare che non scoprano la verità su di lui, è un rischio che deve correre.
In disparte, i compagni di Stella Nera sono sempre più preoccupati, cosa sta davvero accadendo alla loro compagna?
Non molto lontano da Kiev, Ucraina.
Katrina è sul luogo in cui, settimane prima, sono scomparsi il Guardiano d’Acciaio, Fantasma, Vostok e Perun. Lo stesso fenomeno che li aveva attirati in quel luogo per poi letteralmente inghiottirli si sta ripetendo ancora. Forse ha sbagliato a venire da sola, forse doveva aspettare il ritorno della Guardia. Ormai è tardi per ripensarci. Si sta facendo mettere al corrente da un seccato agente dei Servizi di Sicurezza Ucraini quando… come dotata di vita propria, una spira di oscurità l’avviluppa e, nonostante le sue urla ed i tentativi di aiutarla della gente intorno, Katrina è risucchiata nel nulla. In pochi attimi è scomparsa.
Un altro luogo.
È completamente avvolta nell’oscurità più completa, ma è viva. Katrina Bulikova cerca di capire cosa le sia successo e dove si trovi, ma non ha punti di riferimento... tranne una luce lontana. S’incammina verso quella direzione, la luce si fa sempre più vicina, ora Katrina vede che è emanata da un uomo… o almeno sembra un uomo, c’è qualcosa sulla sua testa che… un momento si sta voltando. Ora Katrina riesce a vederlo in volto e… urla di terrore, per poi svenire.
L’essere misterioso ride. Ora è venuto il momento di colpire una volta per tutte, il suo piano di conquista comincia ora.
Greenwich Village, New York.
Il suo nome è Rintrah ed è un alieno dall’apparenza di un toro verde antropomorfo. Il suo mentore, il Dottor Stephen Strange, gli ha lasciato il manto di Stregone Supremo della Terra. Sino ad ora è stato immerso in profonda meditazione, ma ecco che improvvisamente apre gli occhi è grida:“NO!”.
Wong, colui che per anni ha servito il Dottor Strange ed ora è il fedele amico e compagno di Rintrah, chiede:“Cosa sta succedendo?”.
“È tornato” risponde Rintrah “Lui è tornato!”.
E Wong non ha bisogno di chiedere altro mentre comprende il pericolo e si domanda come si potrà fermare una delle più grandi minacce per l’umanità.
FINE
NOTE DEGLI AUTORI
Ebbene eccoci, ancora una volta, giunti alla fine. Avete le idee più chiare adesso? Speriamo di si, ma se così non fosse, ecco un po’ di note.
1) Spero che tutti voi conosciate Yuri Stalyenko. Finora si era dimostrato infido e doppiogiochista, ma non lo immaginavamo in lega coi Remont 4. Se ne vorrete sapere di più non vi resta che se seguire le prossime storie
2) Di Abominio abbiamo detto tutto quel che c’era da sapere finora nella storia. A parte un paio di dettagli. A) Al termine del suo primo scontro con Hulk Abominio fu “prelevato” dallo Straniero, il misterioso alieno superpotente, e da lui imprigionato nello spazio. Solo dopo molto tempo, riuscì a scappare ed a tornare sulla terra (Hulk Vol 1° #136 pubblicato in Italia in Hulk & i Difensori #13).
B) La cattura di Abominio ed il suo imprigionamento in una speciale vasca di deprivazione sensoriale nella ex Base Gamma è avvenuta in un fuori scena subito dopo Hulk Vol 1° #474. Oh, a proposito, abbiamo detto: finora? Vuol forse dire che ci sono altre cose da dire su di lui e che, magari, lo vedremo su queste pagine? E se sì, cosa ne sarà di sua moglie Nadia? Un po’ di pazienza e lo saprete, prossimamente proprio qui.
Nel prossimo episodio: una delle più grandi minacce che il mondo abbia mai conosciuto è tornata.
Carlo & Fabio